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Quando il sistema ha prodotto il caos

La questione cooplat.

Quando si parla di lavoratori che rischiano di perdere il lavoro, le coscienze delle persone si schierano dalla parte del più debole. In questi giorni abbiamo avuto vertenze che colpivano i lavoratori della TRW e dell'ENI, la prima è stata rinviata alla prossima settimana, mentre la seconda sembra scongiurata la chiusura paventata dall’amministrazione dell'azienda.
Qualcuno vorrebbe paragonare queste due aziende al problema della cooplat, ma vanno fatte delle precisazioni per chiarire alcuni aspetti.
L'ENI è a partecipazione statale, quindi l'azionista di maggioranza è lo Stato, quindi competenza del governo centrale per trovare una soluzione, mentre i governi locali di Livorno e Collesalvetti hanno fatto la loro parte per stimolare lo Stato a risolvere il problema.
La TRW è una azienda di proprietà di una multinazionale americana che ha venduto ad una azienda tedesca, la ZF con l'intenzione iniziale di chiusura, in questo caso l'amministrazione comunale da sola ha fatto delle proposte che saranno vagliate dall'azienda insieme agli ammortizzatori sociali che metterà sul piatto il Governo nella speranza che si trovi una intesa.
Invece la Cooplat è una cooperativa privata che è sul mercato da anni con sede a Firenze, si occupa di diversi servizi e ha al suo attivo 3000 lavoratori.
Il Comune, anzi l'AAMPS, ha bandito una gara di appalto in ottemperanza alle normative europee e statali permettendo alle varie ditte di poter partecipare in libera concorrenza. La questione rimane cosa faranno i lavoratori; nel bando non può essere inserita nessuna clausola che possa generare un contenzioso discriminante delle varie ditte che partecipano al bando, quindi è improponibile inserire delle clausole che obbligano a scegliere il modello di contratto, di obbligare quante persone assumere, tutte norme che sarebbero successivamente vincolate tra le due ditte, quella uscente e quella entrante.
Qualcuno si chiederà cosa avverrà dei lavoratori, sicuramente una buona parte saranno inglobati nella ditta che vincerà l'appalto, mentre chi rimarrà fuori sarà spostato in altri rami della stessa azienda, dato che ha appalti in gran parte della regione, come avviene in tante aziende.
Dobbiamo liberarci dalla logica della lobby che permetteva di far vincere le stesse ditte a discapito di altre che, pur superiori come azienda, non avevano la possibilità di partecipare, eludendo il principio di libera concorrenza per un monopolio di partito.
Il sindacato ha le sue colpe e oggi non sa come rispondere a chi chiede aiuto, la possibilità di ottenere un monopolio, ha facilitato il lavoro di convincimento verso i lavoratori, ma oggi si trovano in difficoltà perché non sono abituati a spiegare le motivazioni che loro stessi hanno prodotto nella liberalizzazione del lavoro pubblico in privato. Che ogni forza politica e sindacale si prendano carico del danno che hanno creato in questi anni, con contratti capestro che obbliga a cambiare gestione, rimpallando i lavoratori come oggetti e non come persone.
Ma la questione non è chiusa, vedremo se ci sono spazi per salvare i lavoratori, perchè sono i primi a pagare una incapacità politica e sindacale.

Added by Marco Galigani on 31 Oct 2014 at 01:48 PM | Comments (0)
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