Mio intervento in aula del 12 Febbraio 2014 sul caso marò
Dal resoconto di ieri riprendo il mio intervento in aula
ORELLANA (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ORELLANA (M5S). Signora Presidente, il Gruppo del Movimento 5 Stelle si associa alla richiesta del senatore Latorre e del senatore Casini affinché il Governo, nella persona del Ministro degli affari esteri, chiarisca in Aula, il prima possibile, questa profonda distonia tra le parole che ha usato ieri, con le quali ci ha garantito un coinvolgimento forte della comunità internazionale (la cosiddetta internazionalizzazione della vicenda, che è un atto - perlomeno questo - urgente e dovuto) e, invece, le parole del segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, che riconduce questa incredibile vicenda a una questione semplicemente bilaterale.
La lotta alla pirateria marina è una lotta che l'Italia sta conducendo da anni: con la missione Ocean Shield, sotto l'egida della NATO, con la missione Atalanta, sotto l'egida dell'Unione europea, e con la protezione dei mercantili italiani, sotto l'egida dell'UNCLOS, che è quella in cui purtroppo sono incappati due anni fa i nostri fucilieri di Marina.
Questa lotta, che appunto ha tante sfaccettature, non sta ricevendo il sufficiente appoggio da parte di queste tre organizzazioni. Finora si è espressa solo l'Unione europea, sia a livello del Presidente della Commissione europea, Barroso, che dell'Alto rappresentante per gli affari esteri, Ashton, in modo, secondo me, insufficiente, ma almeno abbiamo avuto una chiara indicazione di volerla considerare come una problematica europea, e non più bilaterale, come forse si pensava all'inizio della vicenda.
Penso però che questo percorso debba ancora proseguire: l'Unione europea, primo partner commerciale dell'India, deve far valere il suo peso. Sono d'accordo con chi parla dell'esigenza di atteggiamenti più riflessivi e pacati, ma diplomazia non vuole dire mancanza di fermezza. La fermezza in questo caso non deve mancare nell'opzione e nella posizione dell'Italia.
Su questo c'è ancora da fare, un po' perché l'Unione europea è il partner commerciale più importante dell'India, un po' perché sappiamo che l'India ambisce a diventare membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Voglio davvero sapere se l'atteggiamento di Ban Ki-moon sia dovuto ad ignoranza del problema (cosa che non credo) o piuttosto a calcolo politico legato a questo appuntamento che l'India vuole avere.
L'Italia, però, non può restare ferma, ma deve chiedere l'aiuto degli altri Paesi dell'Unione europea (alcuni dei quali sono già membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU) e degli Stati Uniti, che sono forse il membro più importante di tutti, e dei Paesi che supportano la NATO.
Quanto alla NATO, non ho sentito parole di condanna di questa situazione da parte di Rasmussen. Il lavoro di internazionalizzazione, che pure a livello parlamentare noi possiamo promuovere con i nostri pari nei Parlamenti nazionali europei nonché a livello di Parlamento europeo, non può mancare di posizioni chiare e nette da parte della NATO, che ancora non si è espressa, e di un cambiamento totale di atteggiamento da parte di Ban Ki-moon.
Su questo punto, però, noi vogliamo garanzie in quest'Aula da parte del Governo. Non mi interessa se sia un Governo debole, forte o in fibrillazione. L'Italia è a fianco ai nostri due fucilieri e non può rimanere vittima di un Europa debole o di un Governo debole. (Applausi dal Gruppo M5S e dei senatori Alicata e Zuffada).