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USA, i dati del lavoro rinviano il rialzo dei tassi. Ma il dollaro tiene

Il popolo degli investitori attendeva con ansia i dati riguardanti il Non Farm Payrolls, ovvero l'occupazione non agricola negli USA. Avrebbe dovuto dare la scossa definitiva all'ipotesi di rialzo dei tassi. Così non è stato, anzi. Le previsioni sono state disattese perché i dati macro sono stati molto deludenti. L'economia americana ha creato 151mila nuovi posti di lavoro, di fronte a un dato atteso di 180mila. Il tasso di disoccupazione, previsto in calo dello 0,1%, è rimasto fermo a 4,9%.

Un inisieme di dati che spinge a rivedere l'ipotesi su un imminente rialzo dei tassi. A questo punto è molto improbabile che possa avvenire a settembre, come in molti pensavano. Lascia però aperta l'ipotesi di un rialzo entro fine 2016. Cosa che comunque, a giudicare dalla reazione dei mercati, è ritenuta concreta dai trader.

La prima conseguenza sui mercati valutari dei dati pubblicati ieri è stato uno scinvolone del dollaro. Poi ha fatto seguito un andamento "pazzo" (abbiamo utilizzato la piattaforma AvaTrade, qui c'è la recensione). Infine, è cominciato un nuovo movimento al rialzo. Il dollaro ha finito per guadagnare un po' di terreno rispetto all'euro. Complessivamente, quindi, l'impatto dei nuovi dati sul cross euro-dollaro è stato nullo.

Cosa vuol dire? che gli investitori danno molto più peso alle parole della Yellen che non agli ultimi dati macro. Una settimana fa il presidente della FED tenne un discorso a Jackson Hole. In quella occasione aprì all'ipotesi di un imminente rialzo dei tassi. Gli investitori però, erano comunque rimasti molto cauti negli ultimi giorni, proprio prevedendo possibili burrasche. Ed avevano ragione.

Beninteso, i deludenti report sull'occupazione comunque hanno avuto un impatto. Tuttavia, anche se questo hanno fatto scendere le attese sul rialzo dei tassi a settembre (12%), non hanno scalfito di molto l'ipotesi che accada entro fine 2016 (51%).

Hozzáadta: helena ricci ekkor:
2016 Sep 03 12:26 | Hozzászólások (0)
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Tags: forex, dollaro, fed, tassi
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