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Banche giù a Piazza Affari. Tre fattori di crisi per gli istituti di credito

Non basta il successo della Clinton nel primo dibattito pubblico con Trump per scaldare i mercati Europei. Le difficoltà relative alle banche trascinano giù i listini in tutto il Vecchio Continente. Dagli USA la notte ha portato una buona notizia per gli investitori, visto che la candidata democratica - più incline a seguire la politica economica di Obama - ha fatto rasserenare gli investitori. Trump invece, si prospetterebbe come un ulteriore motivo di turbolenza per i mercati.

Eppure questa buona notizia è servita a poco. Dopo un avvio promettente, infatti, le piazze europee sono andate in ribasso. Milano perde l'1,2%, Londra lo 0,7%, Francoforte l'1,1% e Parigi lo 0,9%. La situazione peggiore è quella dei titoli del comparto bancario.

Le tre spine per le banche

Pesano tre situazioni. Anzitutto la politica accomodante delle Banche centrali, che abbassando il costo del denaro comprime la redditività delle banche. Il secondo motivo è che gli investitori temono un effetto domino per quel che sta accadendo a Deutsche Bank. Il colosso tedesco ha ricevuto una richiesta di 14 miliardi di dollari dagli USA per via dello scandalo subprime di anni fa, e si teme che sarà necessario un aumento di capitale per pagare. Infine c'è la prospettiva di stress test più severi, che comporterebbero maggiori costi per gli istituti di credito. La Fed avrebbe già presentato una proposta per chiederebbe ai big di Wall Street di avere più cuscinetti protettivi di capitale per affrontare eventuali crisi.

La mosca bianca continua ad essere Mps, che dopo le drammatiche vicissitudini in borsa della settimana scorsa, si sta riprendendo. All'indomani del cda in cui il nuovo ad Marco Morelli ha tracciato la road map per portare a compimento il salvataggio della banca, il titolo è ancora in rialzo.

Added by helena ricci on 27 Sep 2016 at 04:38 PM | Comments (0)
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