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Industria della raffinazione in crisi, il margine di profitto mette a rischio la sopravvivenza

Il petrolio continua ad essere la commodity più importante al mondo. Tuttavia, senza una raffineria che lo trasforma nei prodotti di effettivo utilizzo (carburante e prodotti petrolchimici per l'industria) è praticamente inutile. Per questo motivo, oltre a osservare l'andamento dei prezzi del petrolio, dovremmo anche guardare con attenzione allo stato di salute dell'industria della raffinazione. Che in questo periodo sono in grande sofferenza.

La situazione dell'industria della raffinazione

industria della raffinazioneI margini di raffinazione sono assolutamente catastrofici, e questo problema rischia di avere delle ripercussioni a cascata sull'intero settore energetico. Cosa non da poco, visto che parliamo di imprese multimiliardarie, che hanno lavorato collettivamente ben oltre $ 2 trilioni di dollari di petrolio lo scorso anno e che occupano migliaia di persone. La crisi potrebbe quindi avere ripercussioni enormi. Del resto la situazione è ben incorporata negli ETF mercati emergenti che si focalizzano sul settore oil.

L'industria della raffinazione sta entrando in un'era nella quale - giocoforza - dovrà cambiare. Si va verso un consolidamento per il settore. Sono coinvolti giganti come Exxon Mobil e Royal Dutch Shell, Sinopec, Indian Oil Corp., Marathon Petroleum.

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Margini di profitto sempre più risicati

Il problema serio è che la medicina che sta salvando la più ampia industria petrolifera, sta piano piano uccidendo l'industria della raffinazione. I tagli concordati dall'OPEC*, pari a 9,7 milioni di barili al giorno, servono a tenere a galla il prezzo del petrolio. Ma si traducono in un minor lavoro da parte delle raffinerie. Il loro sistema economico è del resto semplice: prospera sulla differenza di prezzo tra petrolio greggio e carburanti come la benzina, guadagnando un profitto che è noto nel settore come un margine di rottura. In questo momento si è ridotto ai minimi di un decennio.

La situazione è seria. Generalmente il periodo estivo sarebbe quello migliore, perché con gli spostamenti per le vacanze, la richiesta aumenta. Ma stavolta alcuni produttori anziché guadagnarci ci perdono. In pratica trattare un barile di greggio conviene sempre meno perché i margini si stanno deteriorando. Bisognerebbe avere un bomm di domanda, che non c'è. Se poi dovesse scoppiare una nuova ondata di Covid e quidni un'altra serie di blocchi in tutto il mondo, sarebbe un dramma.

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