Eliminazione sussidi allevatori
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Oggi la UE e l'Italia falsano il mercato dell'allevamento animale con sussidi a pioggia, che ne nascondono il reale costo (risorse, impatto ambientale, costi a carico del sistema sanitario) e lo occultano nelle tasse.
* Scoprire l'esatto ammontare degli incentivi
* Comprendere quanta parte questi finanziamenti hanno sui bilanci degli allevamenti
* Calcolare il costo esatto della carne (e altri prodotti animali) e determinare la percentuale visibile e la percentuale occulta del suo costo
* Identificare i principali beneficiari degli incentivi (che non sono i piccoli allevatori)
* Spezzare il circolo vizioso per cui negli allevamenti le entrate da sussidi siano spesso maggiori dei guadagni legati alla produzione e commercializzazione
* Abolire completamente i risarcimenti versati agli allevatori relativi ai problemi che loro stessi creano: epidemie come BSE, aviaria, etc
* Abolizione di questi sussidi e dirottamento verso iniziative più etiche e sostenibili (tutela biodiversità agricola, riscoperta semi antichi, impiego di energie alternative nella filiera produttiva alimentare...)
* Comprendere quanta parte questi finanziamenti hanno sui bilanci degli allevamenti
* Calcolare il costo esatto della carne (e altri prodotti animali) e determinare la percentuale visibile e la percentuale occulta del suo costo
* Identificare i principali beneficiari degli incentivi (che non sono i piccoli allevatori)
* Spezzare il circolo vizioso per cui negli allevamenti le entrate da sussidi siano spesso maggiori dei guadagni legati alla produzione e commercializzazione
* Abolire completamente i risarcimenti versati agli allevatori relativi ai problemi che loro stessi creano: epidemie come BSE, aviaria, etc
* Abolizione di questi sussidi e dirottamento verso iniziative più etiche e sostenibili (tutela biodiversità agricola, riscoperta semi antichi, impiego di energie alternative nella filiera produttiva alimentare...)
Solution 1:
Solution 1:
La produzione di carne e di altri alimenti di origine animale oggi è concentrata nelle mani di poche grandi realtà, sovente destinazione di fondi europei e non versati come sussidio all'industria zootecnica.
Tali sussidi possono essere divisi in:
* sussidi diretti, versati agli allevatori che vengono retribuiti direttamente sulla base del numero di capi allevati
* interventi indiretti volti ad assicurare (falsando il mercato ed ingannando i cittadini) che per un determinato prodotto alimentare ci sia un'adeguata domanda.
Alcuni tipi di interventi indiretti possono essere:
* aiuti finanziari, spesso a fondo perduto, per incentivare l'esportazione dei prodotti
* acquisto e stoccaggio del surplus di un dato prodotto ad un prezzo di mercato (o più alto del prezzo di mercato) in modo da assicurare al produttore un guadagno e non svalutare la merce tenendo il prezzo alto (v.ad esempio l'acquisto da parte della UE della carne in scatola prodotta dal gruppo Cremonini [non trovo più il documento ufficiale sul sito UE])
* sostegno alle vendite di un dato prodotto con finanziamenti a fondo perduto per l'organizzazione di campagne di marketing destinate a consorzi o fondazioni legate ad un determinato prodotto (ad esempio il consorzio parmigiano reggiano)
Secondo il rapporto (presente su meatclimate.org) redatto da Jens Holm (europarlamentare svedese 2006-2009) e Toivo Jokkala i sussidi - diretti e indiretti - al settore zootecnico nel 2007 sono stati superiori ai 3 miliardi e mezzo di euro. E le cifre negli anni sono solo aumentate.
In realtà l'allevamento, sopratutto quello intensivo, ha dei costi enormi misurabili non solo in termini economici ma anche di impatto sull'ambiente e sulla salute pubblica.
Servirebbero disincentivi piuttosto che incentivi!!
In Italia una buona parte dei fondi finiscono al gruppo Cremonini [non ritrovo la fonte] famosa per l'alta qualità delle sue carni (http://www.beppegrillo.it/2005/11/carne_kamikaze_1.html e http://youtu.be/T_XsuBykFeM)
Tali sussidi possono essere divisi in:
* sussidi diretti, versati agli allevatori che vengono retribuiti direttamente sulla base del numero di capi allevati
* interventi indiretti volti ad assicurare (falsando il mercato ed ingannando i cittadini) che per un determinato prodotto alimentare ci sia un'adeguata domanda.
Alcuni tipi di interventi indiretti possono essere:
* aiuti finanziari, spesso a fondo perduto, per incentivare l'esportazione dei prodotti
* acquisto e stoccaggio del surplus di un dato prodotto ad un prezzo di mercato (o più alto del prezzo di mercato) in modo da assicurare al produttore un guadagno e non svalutare la merce tenendo il prezzo alto (v.ad esempio l'acquisto da parte della UE della carne in scatola prodotta dal gruppo Cremonini [non trovo più il documento ufficiale sul sito UE])
* sostegno alle vendite di un dato prodotto con finanziamenti a fondo perduto per l'organizzazione di campagne di marketing destinate a consorzi o fondazioni legate ad un determinato prodotto (ad esempio il consorzio parmigiano reggiano)
Secondo il rapporto (presente su meatclimate.org) redatto da Jens Holm (europarlamentare svedese 2006-2009) e Toivo Jokkala i sussidi - diretti e indiretti - al settore zootecnico nel 2007 sono stati superiori ai 3 miliardi e mezzo di euro. E le cifre negli anni sono solo aumentate.
In realtà l'allevamento, sopratutto quello intensivo, ha dei costi enormi misurabili non solo in termini economici ma anche di impatto sull'ambiente e sulla salute pubblica.
Servirebbero disincentivi piuttosto che incentivi!!
In Italia una buona parte dei fondi finiscono al gruppo Cremonini [non ritrovo la fonte] famosa per l'alta qualità delle sue carni (http://www.beppegrillo.it/2005/11/carne_kamikaze_1.html e http://youtu.be/T_XsuBykFeM)
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